Collodi - Un viaggio sul filo della memoria

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Non so perché, ma sin dalla prima volta che l'ho visto, con quei  baffi, le guance rosse e l'aria energica e risoluta mi ha ricordato un cow boy, pronto a prendere al lazo i suoi bersagli. In effetti, la prima cosa che il responsabile di una comunità deve saper fare è quella di mettere a fuoco il carattere e il temperamento delle persone che ne fanno parte, per poi assegnargli i vari doveri.
Nel mio caso, Agli cowboy aveva capito subito la mia fragilità. Ero debole e influenzabile, di conseguenza il mettere a frutto la mia vulnerabilità è stato un gioco da ragazzi.
Al primo collegio docenti, convocato pochi giorni dopo l'inizio della scuola, ha pensato bene di affidare a me la stesura del verbale. In realtà, questa non era una mossa molto intelligente perché, essendo io nuova in quella scuola, non conoscevo le colleghe. Per questo, ogni volta che qualcuna di loro faceva un intervento, io dovevo interromperla per chiederle il nome e il cognome.
La riunione è durata due ore e mezza ed io ho riempito quattro fogli protocollo, ovvero sedici pagine. Il giorno dopo sono andata in segreteria per farmi dare i fogli 'ufficiali'su cui trascrivere il mio resoconto. L'impiegata mi ha dato due foglietti, in parte già coperti dalle intestazioni, sui quali avrei dovuto trasferire il mio testo. Neanche se avessi scritto a caratteri microscopici sarei riuscita a far stare lì sopra il profluvio di parole delle mie colleghe. Tuttavia, nonostante la mia spiegazione, non ho avuto altro. Purtroppo i miracoli non sono alla mia portata, così ho ricopiato in bella calligrafia su altri fogli protocollo, acquistati a mie spese, il testo rimasto fuori.
Non ho dovuto attendere molto per avere un'altra sorpresa. Dopo un mese di scuola, è arrivata in classe una collega con suo figlio, che non conoscevo, per mano. Lei insegnava in un paese vicino e, poiché avevamo parlato di uno scambio di visite fra le nostre due classi, ho pensato che fosse venuta per parlarmi di quello ed ho cominciato a dirle alcune cose. In realtà si trattava di tutt'altro. Era venuta a portarmi il suo rampollo da inserire nella mia classe, perché l'insegnante di quella dov'era non ne poteva più ed erano venuti ai ferri corti.
Agli cowboy non aveva ritenuto di dovermi avvertire della  nuova aggiunta e questo la dice lunga sulla sua correttezza, almeno nei miei confronti. Ma i cowboys sono così, amano fare le sorprese, belle o brutte che siano e gli imprevisti tengono la mente sveglia e allenata.
Da parte sua, il nuovo scolaro provvedeva a tenere svegli e allenati i suoi compagni. Ricordo la piccola Alessia che entrava in classe piangendo perché nei pochi minuti prima dell'apertura del portoncino d'ingresso lui l'aveva già malmenata di brutto.  Certo, il Francesco Damiani della situazione aveva gioco facile anche con i maschi perché era molto più grande e grosso di loro…         



Il prato spelacchiato della foto mi ha riportato alla mente un ricordo. L'anno in cui insegnavo in questa scuola il prato era in condizioni molto migliori e, proprio davanti alle finestre, c'erano due bellissime aiuole fiorite. Era la bidella, appassionata di giardinaggio, a prendersene cura ed il risultato era meraviglioso. In primavera i loro bordi erano un'esplosione di colori. L'arancione delle calendule contrastava con il bianco delle margherite, il rosa delle anemoni affiancava il rosso e il giallo delle gerbere.
Il Comune aveva affidato il mantenimento del prato antistante l'edificio ad una cooperativa che impiegava dei ragazzi con problemi comportamentali.
Un giorno di primavera questi ragazzi, dopo aver tagliato il prato ed estirpato le erbacce, hanno pensato bene di appoggiare il tosaerba sul bordo delle due aiuole e di radere al suolo tutti i fiori. E' difficile spiegare il motivo di una simile azione, apparentemente senza senso, ma di sicuro questi giovani avrebbero avuto bisogno, nello svolgimento dei loro doveri, di essere seguiti da un adulto che li guidasse, non di essere lasciati soli.
Comprensibilmente, quando la bidella ha visto quel disastro, ha enesso delle urla udibili ad un chilometro di distanza. Lei aveva dedicato tempo e fatica alla creazione di quel capolavoro e la sua  devastazione era per lei inaccettabile. Si chinava a raccogliere qualche gambo ormai appassito e le veniva da piangere per la commozione. Purtroppo ormai, anche se a malincuore, bisognava rassegnarsi ad accettare l'accaduto, non si poteva più porvi rimedio in alcun modo.

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